Il gatto persiano: il pelo lungo per eccellenza

Oggi parliamo del gatto persiano! Conosciuto in tutto il mondo per la sua folta pelliccia, è originario del medio oriente e strettamente imparentato col gatto d’Angora.

Questo gatto prende il suo nome dalla suo zona d’origine: la Persia (oggi Iran). E’ sicuramente uno dei primi gatti nato dalla selezione e l’allevamento da parte dell’uomo. Molto apprezzato sia in Inghilterra che Francia venne molto presto allevato per diffondersi nelle case dei nobili. Si racconta che la regina Vittoria possedesse numerosi esemplari di gatto persiano.

Il gatto persiano: il pelo lungo per eccellenza

©Brad

Ancora oggi è un gatto molto apprezzato nelle nostre case e vero dominatore delle esposizioni feline nelle quali esalta il suo carattere aristocratico e la folta pelliccia.

Caratteristiche del gatto persiano

Il gatto persiano: il pelo lungo per eccellenza

©Relark

Il gatto Persiano ha il corpo compatto e massiccio con le zampe molto muscolose. E’ una gatto di media taglia con un peso che varia dai 3 fino ai 6kg, con i maschi più grandi e tozzi delle femmine. La testa è tonda e piuttosto larga, il muso è schiacciato con un naso particolarmente corto. Gli occhi sono tondi e grandi, piuttosto distanziati tra loro.
Il corpo come precedentemente detto è massiccio e poggia su zampe corte ma molto muscolose.
Il mantello è la caratteristica più importante del persiano, esso è molto lungo e folto su tutto il corpo. Le varietà di colori riconosciuti son oltre 200 divisi in tre famiglie principali.

carattere

Stranamente, in Italia si è diffusa la convinzione che il persiano sia un gatto con un carattere problematico. Ciò è totalmente falso e spesso dovuto al fatto che si passino per gatti persiani incroci o gatti che persiani non lo sono. Il gatto persiano ha un carattere totalmente pacifico. Viene considerato il gatto domestico per antonomasia: sia affeziona molto al suo padrone, non necessita di uscire fuori casa, ama dormire e le attività poco affaticanti. E’ un gatto che si relaziona molto bene anche con cani e gatti, a patto che essi non intacchino la sua pacifica routine quotidiana.

Il gatto persiano: il pelo lungo per eccellenza

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E’ quindi un gatto essenzialmente pigro che ama passare molto tempo a dormire. Questa sua pigrizia si nota anche in una non spiccata indole predatoria che invece contraddistingue spesso altri gatti.

cure ed alimentazione

Il gatto persiano è sicuramente uno dei gatti che necessita di maggiori attenzioni sia per quanto riguarda le cure quotidiane che l’alimentazione, non è sicuramente una razza che si può abbandonare a se stessa nutrendola e basta. La folta pelliccia di questa razza necessita di una toilette quotidiana, soprattutto nel periodo della muta, per evitare la formazione di nodi e di boli si pelo nello stomaco. Oltre a questo, data la conformazione del setto nasale e degli occhi, necessita di una pulitura degli occhi quotidiana.

Il gatto persiano: il pelo lungo per eccellenza

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Per quanto riguarda l’alimentazione, il persiano è una razza che tende facilmente ad ingrassare: questo è dovuto soprattutto alla bassa propensione della razza all’attività fisica. La dieta deve essere quindi spesso controllata e regolata in base alle variazioni di peso del gatto.

come avere un cucciolo?

In Italia il gatto persiano è sicuramente una delle razze più diffuse. Esistono molti allevatori specializzati in questa razza e facilmente ne troverete anche uno non troppo distante da dove abitate. Data la diffusione e la facilità con cui si può incorrere in gatti spacciati per persiani ma che non lo sono, è molto importante rivolgersi sempre ad allevatori esperti che fanno questo mestiere con passione e competenza. Essi vi potranno anche sicuramente consigliare in futuro per prendervi cura al meglio di questa razza, non sempre semplice da accudire. Come già detto in precedenza, evitiamo allevamenti fai da te e soprattutto chi importa cuccioli da paesi sconosciuti!

Se volete conoscere ancora meglio questa razza, vi lasciamo una lettura che consigliamo: Il gatto persiano, a cura di M. Cappelletti.
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